Partendo da Bergamo e avviandosi, seguendo la strada statale n. 42 del Tonale, verso Lovere, dopo l’abitato di Seriate si incontra il paese di Albano Sant’Alessandro e successivamente San Paolo d’Argon, situato in amena posizione fra il colle d’Argon e il piano. Il paese, che conta più di 5000 abitanti, ha conosciuto negli ultimi decenni uno sviluppo edilizio imponente che è riuscito a preservare in modo pressochè integrale la parte collinare del suo territorio.

Caratterizzato fino alla metà del ventesimo secolo da un’economia totalmente agricola, presenta oggi un’intensa concentrazione di piccole e medie imprese industriali, artigianali e commerciali con oltre 3000 posti di lavoro.
A San Paolo d’Argon, anticamente chiamato Buzzone, l’epicentro storico-culturale è sempre stato il monastero fondato nell’undicesimo secolo e soppresso nel periodo  napoleonico, attorno al quale si è formato il paese.

l convento originario fu radicalmente ristrutturato nel sedicesimo secolo, quando assunse la forma che,   nelle linee essenziali, ha conservato fino ad oggi. Si segnalano, in particolare, i due chiostri dalla sobria struttura rinascimentale che, come altre parti del monastero, sono attribuite dagli studiosi all’architetto Pietro Isabello e il refettorio comunitario, affrescato nel 1624 dal veronese Giovanni Battista Lorenzetti.
La chiesa fu invece ricostruita dall’architetto luganese Domenico Messi a partire dal 1684.

La rapidità con cui furono  realizzati i lavori di ricostruzione e di decorazione ha fatto sì che l’edificio presenti una notevole omogeneità stilistica, imponendosi come uno dei documenti più significativi dell’arte dei decenni di passaggio tra seicento e Settecento.
All’interno dell’edificio sono conservati numerosi pregevoli dipinti, alcuni dei quali realizzati da artisti tra i più significativi del periodo. Gli affreschi dell’ampia volta della navata, dedicati ai Santi Paolo e Benedetto, furono eseguiti dall’artista comasco Giulio Quaglio tra il 1712 e il 1713. Tra i dipinti custoditi nelle cappelle laterali da ricordare, in particolare, le quattro splendide tele del bolognese Giuseppe Maria Crespi, le due pregevoli tele del veneziano Sebastiano Ricci e le due del veronese Antonio Balestra. 
Con il fiorire delle attività conventuali e il diffondersi della fede, sorsero, nelle aree circostanti il monastero e lungo le vie di transito, alcune piccole ma belle chiese devozionali che hanno nella semplicità strutturale e decorativa il denominatore comune più interessante.

Alla fine del paese, al lato della strada che conduce a Trescore Balneario, sulla sinistra, si trova la chiesa romanica di San Pietro delle Passere, che rappresenta, per la sua contenute dimensioni e per la semplicità costruttiva, un singolare esempio di architettura povera e devozionale.

Isolata sulla strada che conduce a Montello, sorge la duecentesca  chiesetta intitolata a San Lorenzo martire: l’edificio, che ha subito evidenti rifacimenti nel diciassettesimo secolo, presenta caratteristiche formali similari a quelle della chiesa di San Pietro.

Da San Lorenzo, alzando gli occhi verso il colle d’Argon, si vede emergere tra il verde degli alberi, il possente e monumentale complesso della chiesa di Santa Maria, raggiungibile con 30 minuti di cammino partendo dal Monastero. La fondazione di questa chiesa è ascrivibile al decimo secolo, mentre l’ampliamento più significativo è costituito dall’abside a tricora realizzata nel sedicesimo secolo.

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