La Chiesetta di San Pietro delle Passere

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La Chiesetta di San Pietro delle Passere

Posizione

Indirizzo

Via Nazionale,3,24060 San Paolo d'Argon BG

La prima costruzione della chiesa di San Pietro risale alla prima metà del sec.XI e, pertanto, preesisteva al monastero benedettino a cui poi appartenne. Le fonti storiche -scarsissime- riportano che solo nell'anno 1212 la chiesa venne donata dal vescovo di Bergamo al monastero di San Paolo d'Argon.  L'edificio è ad aula unica con un'ampia abside; questa è testimonianza della fase originaria della costruzione, insieme al sopravvissuto basamento del campanile sul fianco sud. Della torre campanaria non vi è più traccia, sostituita da una semplice vela. Della prima fase romanica rimane la tessitura muraria compatta leggermente movimentata dalle monofore a feritoia strombate, scompartite da lesene, congiunte in origine da brevi teorie di archetti pensili. I materiali utilizzati nella prima edificazione erano di provenienza locale: ciottoli di fiume, pietre di varia qualità e pezzatura, frammenti di laterizi. Un crollo strutturale nel secolo XIV ha costretto ad un parziale rifacimento anche dalla parte nord dell'abside che ha eliminato gli archetti. Un documento del 1335 testimonia infatti della volontà del vescovo Cipriano Alessandri di ricostruire la chiesa, evidentemente diroccata. L'aula dell'edificio fu dunque realizzata a questa data, segnata dall'uso di materiale più omogeneo e da una tessitura muraria più ordinata. All'interno alcuni affreschi di carattere votivo: sulla parete sinistra, entrando dall'ingresso principale, una cornice rossa e oro inscrive le scene della Natività e della Madonnna del latte e Sant'Antonio abate. Attorno alla cornice corrono scritte gotiche e la data di esecuzione risalente al 1524. In sequenza, procedendo dal lato settentrionale in senso orario, troviamo San Paolo, San Nicola da Tolentino, forse un altro San Paolo, di nuovo Sant'Antonio abate. Sotto quest'ultimo ancora una data, il 1536. Di due secoli posteriore è invece il San Pietro in gloria dell'abside, libero nella postura e nella mimica drammatica. Esso è attribuito al clusonese Antonio Cifrondi e risale al primissimo 1730.


Ultimo aggiornamento

13/05/2024, 08:54

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